.
Il Primo Libro dei Re menziona il luogo in cui visse il profeta Elia, dicendo: «Elia, il Tisbita, uno di quelli che si erano stabiliti in Gàlaad, disse ad Acab: “Per la vita del Signore, Dio d'Israele, alla cui presenza io sto, in questi anni non ci sarà né rugiada né pioggia, se non quando lo comanderò io”» (1 Re 17, 1). In quest’area sono state ritrovate numerose rovine risalenti all'epoca greca, romana e medio araba e le rovine di una delle più grandi chiese bizantine conosciute in Giordania. Inoltre, i manufatti trovati in questo sito, tra i quali sculture in marmo e piccoli strumenti di metallo, sono oggi esposti al Museo del
Fin dai tempi antichi, la popolazione ha onorato il profeta Elia sulla cima della montagna conosciuta come “Mar Elias”, situata tra le città di Ishtafina e Al Wahadinah, a nord-ovest di Ajloun. Questa montagna si erge a 900 metri sul livello del mare e custodisce le rovine di una chiesa di epoca bizantina di cui, però, non si sa molto. Nella chiesa sono stati ritrovati dei pezzi di alabastro, un altare, una lanterna e alcune monete con su l’immagine dell'imperatore Costante II (451-568 d.C.) che confermano che questa chiesa risalga alla quinta o alla sesta generazione.
La popolazione ha onorato il Profeta Elia sulla cima di quella particolare montagna perché il luogo di nascita del Profeta si trova a un chilometro a nord-ovest da essa ed è la città conosciuta oggi come “Listeb”. Il Primo Libro dei Re menziona, in breve, il luogo dove visse il Profeta Elia, dicendo: “Elia, il Tisbita, uno di quelli che si erano stabiliti in Gàlaad, disse ad Acab: «Per la vita del Signore, Dio d'Israele, alla cui presenza io sto, in questi anni non ci sarà né rugiada né pioggia, se non quando lo comanderò io» (1 Re 17:1).
Tishbe in Galaad è l’attuale Listeb. In quest’area sono state rinvenute ceramiche di epoca ellenistica e romana e dell’epoca araba medievale, numerose pietre musive, lanterne e utensili risalenti all’epoca bizantina. A un chilometro a nord-est di Listeb, è stata ritrovata una piscina che ha un muro sul lato orientale e uno sul lato nord-est perché, per la maggior parte, fu scavata nella roccia.
Il profeta Elia era molto importante per la gente dell’intera regione. La Bibbia menziona anche che: «A lui (Elia) fu rivolta questa parola del Signore: ”Vattene di qui, dirigiti verso oriente; nasconditi presso il torrente Cherit, che è a oriente del Giordano. Ivi berrai al torrente e i corvi per mio comando ti porteranno il tuo cibo». Egli eseguì l'ordine del Signore; andò a stabilirsi sul torrente Cherit, che è a oriente del Giordano. I corvi gli portavano pane al mattino e carne alla sera; egli beveva al torrente» (1 Re 17, 2-6). L’area del fiume Cherit è oggi il “Wadi al-Yabis (la Valle della Secca)”, in riferimento al Profeta Elia. Nel corso dei secoli, la parola “Elias” ha assunto il significato di “secca” e, per questo motivo, la valle è stata recentemente chiamata “Wadi Al-Rayyan”.
La pellegrina Egeria giunse in Terra Santa nell'anno 394 d.C. e documentò il suo viaggio nella Valle del Giordano e nei suoi Luoghi Santi. Percorse la via da Gerusalemme a Gerico, dopo Gerico camminò da Tel Ramah a Hisban, poi tornò nella Valle del Giordano e si diresse a nord, a Ain Salem, situato a 12 chilometri a sud di Bisan.
La Bibbia menziona che in quel luogo c'era molta acqua e Giovanni Battista, prima che Erode lo imprigionasse, battezzava lì. Egeria dice: “Vicino alla valle del Giordano, e sui suoi monti a est, vidi la casa del profeta Elia il Tishbita.” Menziona, inoltre, la caverna in cui Elia sì rifugiò scappando da Acab, il fiume Cherit, da cui Elia bevve, e il Wadi al-Yabis, dove i corvi gli portavano il cibo al mattino e alla sera.