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La Bibbia racconta che quando i Figli di Israele lasciarono Helmon-dablataim, si accamparono sui Monti Abarim, nei pressi del Monte Nebo e che i figli di Ruben fondarono lì una città. Nel IX secolo a.C., il re Mesha conquistò la città di Nebo, ne sterminò gli abitanti, distrusse l'altare, e la città divenne moabita. Nella città sono state rinvenute rovine risalenti al V secolo, tra le quali chiese, abitazioni, tombe e torchi, a testimonianza che, dopo la fine dell'era delle persecuzioni, in quel luogo c’era una fiorente città cristiana.
La città di Nebo si trova a sud-est del Monte Nebo, da dove Mosè vide la Terra Promessa senza mai entrarvi. Oggi la città, chiamata Nebo-Khirbet al-Mukhayyat, si trova sulla cima di una montagna interamente circondata da valli.
La Bibbia racconta che quando i Figli di Israele lasciarono Helmon-dablataim, si accamparono sui Monti Abarim, nei pressi del Monte Nebo e che i Figli di Ruben fondarono lì una città. Nel IX secolo a.C., il re Mesha conquistò la città di Nebo, sterminò i suoi abitanti, distrusse l'altare e la città divenne moabita.
A parte la Bibbia, la città di Nebo non viene più menzionata, nemmeno dagli storici, tuttavia sono stati rinvenuti dei resti risalenti al V secolo, tra cui chiese, abitazioni, tombe e torchi per la produzione di vino e olio, che testimoniano l’esistenza di una fiorente città i cui abitanti si erano già convertiti al Cristianesimo e, dopo la fine dell'era delle persecuzioni, avevano edificato molte chiese.
La Chiesa dei Santi Amos e Cassio, risalente al IV secolo d.C., è considerata una delle chiese più antiche ritrovate nell’area del Monte Nebo. La chiesa si trovava sul versante meridionale del Wadi al-Afarit e oggi è circondata dalle case del centro urbano. I cittadini hanno utilizzato molte delle sue pietre per costruire le proprie case. Accanto a questa chiesa fu costruito un monastero, il cui pavimento era decorato con mosaici che raffiguravano scene della vita sociale dell'epoca. Questa chiesa fu chiamata Chiesa del Sacerdote Giovanni perché fu costruita da questo sacerdote con l'aiuto del monaco mosaicista Giuliano.
Accanto a questa chiesa, nella parte alta della città (acropoli), si trovavano la Chiesa di San Giorgio e un piccolo monastero. I pavimenti della chiesa e del monastero furono rivestiti da mosaici degli artisti Naoum, Kyriakos e Thomas nell'anno 536 d.C., grazie alle donazioni delle famiglie Koutsa e Ammonius, di cui troviamo le immagini nel medesimo mosaico.
Quanto alla Chiesa dei Santi Lot e Procopio, questa si trovava a nord della città alta, all'interno delle mura cittadine. La chiesa è oggi avvolta da un edificio rettangolare che ne conserva il tappeto musivo risalente alla metà del VI secolo. La chiesa è dedicata a Lot, padre dei Moabiti, che vissero nella regione del Mar Morto durante le prime generazioni del cristianesimo e a Procopio, noto Martire gerosolimitano, che fu martirizzato a Cesarea nell'anno 303. Nelle iscrizioni dei mosaici di questa chiesa troviamo preghiere dedicate a questi Santi. I benefattori, infatti, donavano per costruire le chiese chiedendo in cambio misericordia e benedizione per se stessi e per i loro cari.